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MULO.
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MULO.
Definiz: Sost. masc. Quadrupede domestico, nato dall'accoppiamento dell'asino colla cavalla, o del cavallo coll'asina, nel qual caso dicesi anche Bardotto. Ha per solito statura minore del cavallo, il capo più corto e più grosso, le orecchie più lunghe e la coda quasi priva di crini; e per la sua sobrietà e resistenza è molto usato come animale da sella e da tiro, specialmente nei luoghi montuosi.
Dal lat. mulus. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 445: Nascono i muli del cavallo e d'asina, o d'asino e di cavalla: ma quelli che nascono d'asino e di cavalla sono più nobili.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 121: Per ventura v'ebbe un mulo il quale adombrò, sì come sovente gli veggiam fare, nè volea per alcuna maniera avanti passare.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 43: Volto con la coda verso la groppa del mulo, cominciò a chinare la testa verso il rotto del detto mulo, ed entro vi diede del becco.
Esempio: Manett. A. Op. stor. 177: Prese esercizio non di fare mercanzia, ma di tramutare quella d'uno in altro luogo; e per questo esercizio teneva molti servi e molti muli.
Esempio: Machiav. Scritt. ined. 153: De' muli noi ne aviamo proveduti cento, e' quali stimiamo possino servire il campo in ogni luogo; disegnando che si possa a il bisogno adoperare e' cavalli de' carriaggi degli uomini d'arme, come si fece anno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 12: Giungean da l'una parte i Maganzesi, E conducean con loro i muli carchi.
Esempio: Domen. Plin. 253: Dell'asino e della cavalla nasce il mulo il dodicesimo mese, animale eccellentissimo a portare la fatica.
Esempio: Magazzin. Coltiv. 2: E quanto al mutare specie nelle cose, egli si vede negli animali, che non pare che ogni simile generi un suo simile in specie; come che dal cavallo e dall'asino ne nasca un'altra specie differente ad ambedue, che è il mulo.... E quella de' muli e mule, non passa più oltre.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 106: Figlio d'una cavalla e d'un somaro Un mulo avea di gran cursore il vanto.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 1, 501: La natura ha voluto porre un limite all'influenza artificiale nella formazione degli animali, ed i veri muli, cioè i meticci di specie diverse, perdono la facoltà di generare e di concepire. Non è così pei meticci ottenuti per l'incrociamento di semplici varietà della stessa specie o razza, le quali ec.
Definiz: § I. Per similit., vale Uomo nato di non legittimo matrimonio, Bastardo. –
Esempio: Dant. Inf. 24: Vita bestial mi piacque, e non umana, Sì come a mul ch'io fui.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 341: Come un altro, per essere affigurato d'essere mulo, si scornò in forma, che sempre fu nimico di chi gli lo disse.
Esempio: Bern. Orl. 28, 10: Tu come mulo, traditor, ribaldo, Hai la protezïon de' Saracini.
Esempio: Varch. Stor. 1, 322: Sebbene papa Clemente non era legittimamente nato, non per questo doveasi o poteva senza mentire chiamarlo mulo, cioè bastardo.
Esempio: Giust. Vers. 18: Ma un Papa mulo.... Ai barbari lo diè, con questo patto Di farne una corona a un suo mulatto.
Definiz: § II. Mulo di condotta. –
V. Condotta, § VI.
Definiz: § III. Soma di mulo, fu misura di peso, denotante Tanta quantità quanta un mulo può portare, parlandosi di denari; e Mezza soma di mulo, La metà di essa. –
Esempio: Varch. Stor. 2, 81: Perchè ogni cento fiorini pesano una libbra giusta, mille fiorini son dieci libbre, dunque quarantamila fiorini fanno una soma di mulo la qual pesi quattrocento libbre; onde saranno fra tutti dugento ottantasette some di fiorini, e n'avanzano ventimila, che sono una mezza soma.
Definiz: § IV. Chi nasce mulo convien che tiri calci; si dice in proverbio a significare che Da persona di cattiva natura non possiamo aspettarci azioni buone.
Definiz: § V. Nè mulo nè mulino, nè signore per vicino, nè compare contadino; dicesi in proverbio. –
Esempio: Crusc. Vocab. I: Mulino.... Diciamo in proverb. Ognun tira l'acqua al suo mulino.... E quell'altro, Nè mulo, nè mulino, nè signor per vicino, nè compar contadino, perciocchè il mulo tira calci, il mulino fa continuo romore e 'nfarina, il signor ti toglie, il contadin ti chiede.
Definiz: § VI. Fare come il mulo, serbare il calcio a tempo; vale proverbialm. Conservare in cuore il desiderio della vendetta, per isfogarlo a tempo opportuno.